Cosa contiene questa newsletter:
Alzheimer
Gag Reflex
Rice Cake
Pepe, qualche perchè
Flash links
Alzheimer
In questi giorni ho tenuto un incontro presso un’associazione che si occupa di dare assistenza ed informare la popolazione in merito a questa malattia, che si stima colpisca 500 mila persone in Italia.
Ho parlato di nutrizione legata a questa malattia e di conseguenza voglio lasciare qua qualche spunto di riflessione.
Le cause della malattia di Alzheimer sono ancora ignote: pertanto non esistono strategie specifiche che possano prevenire l’insorgenza della malattia. Tuttavia, diversi studi hanno mostrato che è possibile agire sui fattori di rischio che possono favorire la demenza, specie quella causata da malfunzionamento dei piccoli vasi sanguigni del cervello.
In particolare, è importante:
smettere di fumare
ridurre il consumo di alcol
seguire una dieta sana ed equilibrata
svolgere regolare attività fisica
tenere sotto controllo la pressione arteriosa.
Inoltre, molti studi dimostrano che mantenersi mentalmente attivi con attività come la lettura, lo studio di una lingua straniera, la musica o semplicemente coltivando i rapporti sociali può aiutare a ritardare l’insorgenza della demenza.
Questo è quello che il Ministero della Salute dice, che io traduco con:
Una dieta sana, di tipo mediterraneo, quindi con un ridotto (se non nullo) quantitativo di alcool, con una grande quantità di frutta e verdura e regolare attività fisica è sempre positiva, sia in condizioni di salute che di malattia.
Di conseguenza nel mio intervento ho parlato dell’importanza di costruire il piatto sano seguendo le indicazioni della piramide alimentare.
Dopodiché ho dato qualche suggerimento in più per la popolazione anziana sulla base di quanto definito nei LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) prodotti dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana). Quindi una riduzione dell’energia da introdurre, un leggero aumento del fabbisogno di proteine, vitamina K, di calcio una diminuzione del fabbisogno di sodio, cloro, nelle donna di ferro.
Infine abbiamo parlato delle fake news, di come evitare di cadere nelle trappole del marketing che cerca di trovare soluzioni facili per malattie difficili.
Gag Reflex
La settimana scorsa ho ricevuto i genitori di un bambino che dopo 18 mesi sembrava non aver perso il riflesso di estrusione. Facciamo un paio di passi indietro, altrimenti quest’affermazione potrebbe sembrarvi strana.
Io sono un biologo nutrizionista, dopo l’università e l’esame di Stato per poter esercitare ho voluto comprendere meglio la nutrizione pediatrica, per questo ho frequentato un Master di II livello all’UNIPV. Da quando ho conseguito il master svolgo diverse attività nel mondo della nutrizione pediatrica: dalla consulenza nutrizionale in gravidanza o durante l’alimentazione complementare (non si dice più svezzamento) all’educazione alimentare nelle scuole.
Finito il momento CV possiamo tornare a quello di cui stavamo parlando.
Il bambino sembra non aver perso il riflesso d’estrusione, quel riflesso che impedisce il consumo di cibi solidi e che sparisce solitamente dopo il sesto mese.
Non entrerò nel dettaglio di come siamo andati a risolvere la problematica ma questo mi ha permesso di fare qualche ricerca.
Ho trovato un interessantissimo documento del Ministero della Salute relativo alla prevenzione del soffocamento da cibo in cui ci sono delle utili tabelle che insegnano le principali regole per un pasto sicuro e che vi lascio di seguito:
Rice Cake
Su Instagram seguo diverse pagine legate alla cucina e al suo mondo, in particolare mi ha colpito un post di “The New Gastronome”. Si tratta della ricetta di una torta di riso “senza zucchero” suggerita ai genitori per evitare che i bambini consumino zucchero. L’immagine era invitante e quindi l’ho provata.
A me non è piaciuta, se non nei punti in cui trovavo l’uva (si ho modificato la ricetta mettendo dell’uva al posto dell’uvetta), nasce così una considerazione: invece di mangiare tutti i giorni torte senza zucchero non sarebbe meglio mangiare una volta ogni tanto qualcosa che ci piace, anche se contiene delle zucchero?
Pepe, qualche perché
Perchè è meglio non mettere i grani di pepe interi nella marinata?
Dato che il sapore del pepe si trova al centro del grano, utilizzando i grani interi si sfrutta solo la componente piccante che si trova sulla superficie. Rompendoli, invece, si ottiene la massima intensità di sapore. Ricordate quindi di frantumarli grossolanamente prima di aggiungerli alle marinate. Tuttavia, il pepe trasferirà il suo aroma unicamente agli alimenti con cui si trova a contatto.
Perché la macinatura del pepe influenza il suo gusto?
La parte piccante del pepe si trova all'esterno, mentre il gusto e l'aroma si trovano al centro. Quando il pepe è macinato finemente, la componente piccante prevale e copre tutto il resto. Se invece i grani sono semplicemente frantumati con il mortaio o macinati grossolanamente, gusto e aroma saranno esaltati al meglio.
Perché non bisogna comprare il pepe già macinato?
Nel pepe già macinato si trova tutto quello che non può essere venduto sotto forma di grani: il pepe di scarsa qualità, gli scarti e le polveri residuali dei diversi processi di selezione ed essiccazione. E tutto così macinato che non si vede neanche più cosa c'è dentro.
Flash links
Una selezione di alcuni link che ho trovato interessanti:
Qua si parla di come ChatGPT non potrà mai fare il nutrizionista, anzi potrebbe favorire i DCA (ed anche per quest’anno i computer non mi rubano il lavoro);
Nel podcast DOI si parla di dove sono sparite tutte le ossa della battaglia di Waterloo;
Andate al mercato e comprate tutte le verdure verdi. Nel mio gruppo Telegram vi lascio la ricetta più verde della stagione.